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inizio pagina I "NUOVISSIMI"

Il grande caffè

Dopo la mostra alla Galleria Milano, Sassu entrò in contatto con Persico, arrivato da Torino nel 1929, che stimolò ulteriormente il suo interesse, già vivo, per il sacro. Un'influenza analoga esercitò su di lui Giuseppe Gorgerino, che lavorava alla terza pagina dell'Ambrosiano, uno dei "luoghi" per eccellenza della fronda intellettuale milanese.

Il rapporto con Persico fu intenso soprattutto fino al 1933-34, quando il critico napoletano avrebbe incominciato a occuparsi principalmente di architettura e di arte astratta. La linea critica di Persico si può leggere nella mostra dell'inizio del 1932 nella Galleria del Milione, dove insieme a Sassu, Birolli, Luigi Grosso e Manzù si trovano Gianni Cortese e Tomea. Il gruppo, caratterizzato da una comune inclinazione arcaista, fu anche definito dei "Nuovissimi".

Sassu andava sviluppando una pittura d'intonazione realista – con i disegni e i dipinti su temi di vita urbana contemporanea: figure nei caffè o per strada – assieme a una nuova pittura di storia, profondamente influenzato dalla conoscenza diretta, a Parigi, della pittura di Delacroix.

inizio pagina CAVALLI E BATTAGLIE

L'ira di Achille

L'esperienza francese, dal 1934, con la conoscenza dei grandi quadri di storia del Louvre, ma anche del Renoir più maturo, contribuì a una modificazione del linguaggio nel senso sia di una più studiata e bilanciata distribuzione delle parti, sia, soprattutto, di una sorta di solidificazione del colore come fondamento costruttivo dell'immagine.

Dai quadri di battaglie e proprio in tali anni deriva, con l'eliminazione della figura umana, quel motivo del cavallo nella natura che della pittura di Sassu è diventato il segno di più ampia riconoscibilità. Il cambiamento di linguaggio di Sassu dopo l'esperienza parigina si coglie anche nelle diverse versioni dei quadri di ninfe e in tutti i quadri importanti dei tardi anni '30, sia storicomitologici, sia "realisti".

inizio pagina L'ANTIFASCISMO

Spagna 1937

Nella condivisione di specifici interessi formali da parte di Sassu, Manzù, Grosso e Birolli possiamo ritrovare una prima coagulazione di quanto, qualche anno più tardi, tra il 1938 e il 1943, sarebbe stato il movimento di Corrente.

Intorno al 1933 al gruppo si erano intanto aggiunti gli allievi di Aldo Carpi appena usciti da Brera, cioè Arnaldo Badodi, Giuseppe Migneco, Italo Valenti; a Sassu era inoltre assai legato Tomea. Quanto all'impegno politico, un punto di svolta fu la frequentazione, nel 1934, del critico d'arte Raffaele De Grada, che lo portò in contatto con quell'ambiente antifascista, o comunque fortemente critico nei confronti dell'ufficialità artistica, che avrebbe costituito il terreno di coltura di Corrente.

Al 1935 risale la fondazione – cui Sassu partecipò insieme a De Grada, Grosso, Alberto Malagugini, Carlo Calatroni e Vittorio Della Porta – del Gruppo Rosso, al quale avrebbero aderito diversi altri artisti tra cui Badodi, Nino Franchina, Manzù, Migneco, Gabriele Mucchi, Gastone Panciera, Valenti.

Alla fronda intellettuale incominciava ad accompagnarsi la lotta clandestina antifascista, anche stimolata da esperienze e contatti durante i diversi soggiorni a Parigi, dove Sassu riceveva informazioni dirette sugli sviluppi della situazione in Spagna.