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EDOARDO PERSICO
(Napoli, 1900 - Milano, 1936). Giunge a Milano nel 1929 dopo il soggiorno del 1927-29 a Torino, dove aveva completato la sua formazione a contatto con un ambiente culturale fortemente influenzato dal pensiero di Gobetti e Gramsci. Cattolico, formatosi criticamente alla scuola di Venturi, è tra i promotori del Gruppo dei Sei. A Milano è redattore del mensile d’architettura Casa Bella e del quindicinale della galleria di Pier Maria Bardi Belvedere, di cui cura anche il programma espositivo.

Dopo la rottura con Bardi, causata da incomprensioni sulla gestione di tale programma, assume nell’agosto 1930 la direzione della galleria che si chiamerà del Milione: nuovi proprietari ne sono i fratelli Ghiringhelli. In essa Persico chiama a esporre artisti come "il carabiniere" Di Terlizzi e Tullio Garbari, di cui sostiene la cultura figurativa programmaticamente candida, ingenua, primitivista.

A Milano il critico napoletano diventa una figura centrale della nuova cultura cattolica di impronta modernista. Il periodo che intercorre fra il 1929 e il 1933-34, cioè prima del suo incarico di condirettore con Giuseppe Pagano della rivista Casa Bella, che comporterà uno spostamento d’interessi dalla pittura all’architettura, è da considerarsi quello di maggior influenza su Sassu.

La riflessione critica di Persico è particolarmente manifesta nella mostra dell’inizio del 1932 alla Galleria del Milione, dove troviamo Sassu con Giacomo Manzù, Renato Birolli, Luigi Grosso, Gianni Cortese e Fiorenzo Tomea; ciò che accomuna in quel momento quegli artisti, che di lì a poco sarebbero stati denominati i Nuovissimi, è, appunto, un’intonazione riconducibile al "gusto dei primitivi".