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IL COLORE ANTINATURALISTICO |
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I calciatori |
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Il colore, un colore
programmaticamente antinaturalistico, si definisce a questo punto, nella pittura di Sassu,
come specifica forma del moderno: un colore che faceva l'effetto di non avere mezzi
termini, il colore degli uomini rossi
in tutte le loro differenti intitolazioni. Non era in
fondo che l'applicazione costante, quasi programmatica, di una scelta maturata negli anni
del futurismo, ed era una scelta
di modernità, comunemente percepita dalla critica contemporanea conformista in termini di
discutibile eccesso, anche perché in polemica con i toni cromatici del novecentismo. |
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REALTÀ E MITO |
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Dioscuri |
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Nei lavori dei primi anni '30 il mito incominciava a sovrapporsi
alla realtà: Sassu era sempre attento e coinvolto, da un lato, dalla contemporaneità,
dalla vita quotidiana così come dai fatti della politica e della storia vissuti in presa
diretta; d'altra parte era appassionatamente aperto all'immaginazione, dunque estremamente
ricettivo di fronte al mito, sia per i suoi aspetti di straordinarietà narrativa, sia per
i valori sottesi, valori sentiti come assoluti, quasi fuori dalla storia. |
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GLI UOMINI ROSSI |
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Uomini rossi |
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Questo spiega
l'intercambiabilità nella sua pittura, per esempio, del campione sportivo e
dell'argonauta. Che si chiamino uomini rossi, dioscuri o argonauti, ciclisti,
calciatori o cavalieri, che siano ragazzi sulla spiaggia, a caccia col falco o passanti
per strada, le sue figure di quegli anni sono comunque in bilico tra mito e realtà,
in continua oscillazione tra una condizione metastorica (gli uomini nudi in una natura
appena evocata da minimi elementi di paesaggio) e una precisa determinazione anche sociale
(i passanti di una città moderna, gli uomini e le donne nei caffè). Stilisticamente mostrano affinità con coeve sperimentazioni tra
scultura e bassorilievo, con materiali poveri, di Giandante X e Fontana (i carboni e i conglomerati del primo, i
cementi graffiti del secondo). |