copertina pagina precedente ricerche pagina indietro

inizio pagina CERAMICA E SCULTURA

Grande cavallo impennato

Nel dopoguerra Sassu visse un periodo d'isolamento, anche perché la sua pittura aveva poco in comune con il neocubismo alla Picasso che era diventato la bandiera stilistica del rinnovamento.

Si dedicò allora intensamente alla ceramica, lavorando nella fabbrica di Mazzotti ad Albisola. Nella cittadina ligure incominciò così un periodo di lavoro – tra 1948 e 1960-61 – estremamente intenso, diviso tra la pittura, la produzione di opere in ceramica, l'esecuzione di murali, la ripresa di quell'esercizio della scultura le cui prime prove risalivano alla fine degli anni '30. Erano allora suoi compagni di lavoro principalmente Fontana e Agenore Fabbri.

Fu in quel periodo che il motivo del cavallo nella sua assoluta autonomia, isolato cioè da "storie" e da cavalieri, venne ampiamente ripreso ed elaborato, trovando nella ceramica un campo d'applicazione ideale.

inizio pagina IL REALISMO

La battaglia di
Dien Bien Phu

In pittura proseguì il suo dialogo con i fatti del mondo, metaforicamente evocati (ancora dipinti del mito e di battaglie) o raccontati direttamente (La battaglia di Dien Bien Phu). Un'inclinazione realista, in sintonia con una parte della produzione artistica italiana del dopoguerra, caratterizza il suo lavoro fino all'inizio degli anni '60, con tele e pitture murali su temi di lavoro o della politica, sviluppati anche in un'abbondante produzione grafica.

Tale passaggio del realismo di Sassu si può considerare concluso con la serie di dipinti del 1961 dedicati al "popolo del blues", mentre recente punto d'arrivo di un progetto di grande arte pubblica può considerarsi il monumentale murale in ceramica I miti del Mediterraneo (1992-93), collocato nella nuova sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.

inizio pagina IL PAESAGGIO MEDITERRANEO

Encinas al sol

Al di là di continuità tematiche e di ricerca pittorica, che ripropongono motivi classici della sua pittura in opere anche molto recenti, un momento di svolta si determina nel 1963, in concomitanza con l'apertura di un nuovo studio a Cala San Vicente, nell'isola di Maiorca in Spagna, dove da allora Sassu si trattiene a lavorare per buona parte dell'anno. L'artista si concentra su alcuni nuovi temi: la corrida e una pittura di paesaggio radicalmente rinnovata, caratterizzata da una forte intensificazione della luminosità legata alla particolare natura dei luoghi rappresentati.

Dopo una parentesi, alla fine degli anni '60, nella quale l'artista prova ulteriori semplificazioni del colore fino all'appiattimento cromatico, in una controllata rivisitazione del vecchio tema del paesaggio urbano, ricchezza e sontuosità dei colori ritornano a essere il filo rosso della pittura di Sassu. Nella libera e abbagliante esplosione cromatica troviamo concretizzata senza mediazioni né limiti un'idea fondante della vicenda artistica del pittore: che, alla fine, "solo ha valore la pittura".