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IL GRUPPO FUTURISTA

L'uomo
che si abbevera
alla sorgente

Il movimento futurista nasce a Milano nel 1909: ne fanno parte i pittori Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Luigi Russolo e Gino Severini. Ispiratore e divulgatore ne è il poeta Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1909 pubblica il Manifesto futurista sul giornale di Parigi Le Figaro.

Gli artisti del gruppo sono accomunati da uno stile di derivazione divisionista, fortemente influenzato dal cubismo francese: i temi predominanti sono quelli della macchina, della città moderna e della velocità. Il primo futurismo si sviluppa fino alla metà degli anni ’10, rappresentando il principale contributo italiano al panorama internazionale delle avanguardie storiche.

I temi della macchina e della modernità rimangono una caratteristica del secondo futurismo, che negli anni tra le due guerre costituisce una delle componenti più avanzate, anche ufficiali, della produzione artistica italiana. Marinetti continua a esserne la guida indiscussa: è proprio lui a invitare Sassu a partecipare alla sala futurista alla Biennale di Venezia del 1928.

inizio pagina SASSU E IL FUTURISMO

La fabbrica

Il periodo futurista di Sassu, che si colloca nel quadro del secondo futurismo, risale alla primissima fase della sua attività, fino al 1930 circa. Il suo modello fondamentale è Boccioni, del quale Sassu può direttamente vedere molte opere nello studio di un altro esponente del secondo futurismo, Fedele Azari: del futurismo boccioniano Sassu coglie però l’aspetto che si può definire più "classico", ovvero la ricerca della solidità della figura all’interno di un impianto comunque dinamico.

Sue opere tipicamente futuriste sono Nudo plastico, 1928, di cui esistono anche due disegni preparatori, e L’uomo che si abbevera alla sorgente, 1928; inoltre la serie di disegni monocromi per il romanzo di Marinetti Mafarka il futurista. Molte opere dello stesso periodo (Il ritorno, L’operaio, I costruttori, Ultradecorazione, La fabbrica, I minatori) sono d’altronde vicine allo stile e alle idee dell’amico Giandante X, tra espressionismo e costruttivismo.