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IL COLORE ANTINATURALISTICO

Giocatori di dadi

L’attenzione alla figura e al colore conducono Sassu a dar vita alla serie degli uomini rossi. Nel 1929-30 assurgono a ruolo di protagonisti delle sue tele gli stessi personaggi che ritroviamo nelle coeve interpretazioni del paesaggio urbano contemporaneo.

Giocatori di dadi, calciatori, dioscuri, argonauti, ciclisti, tutti sono connotati dal colore rosso: una scelta programmaticamente antinaturalistica che lo pone in netta opposizione con le inclinazioni cromatiche novecentiste, e che viene percepita dalla critica conservatrice come un discutibile eccesso, neppure pił scusabile con la sperimentalitą futurista da cui Sassu ormai si č allontanato.

In realtą tale soluzione deve essere vista come una continuazione di quella ricerca del moderno che gli veniva proprio dal gruppo futurista: in quadri come Uomo e periferia, Apparizioni, Cavallo azzurro i brevi e sintetizzati tratti di paesaggio che compaiono hanno proprio i colori della periferia milanese che l’artista vedeva attorno a sé.

inizio pagina SASSU, MANZŁ E BIROLLI

Il cavallo azzurro

Elementi di affinitą con la sua ricerca sono riscontrabili nello scultore Giacomo Manzł, ad esempio nel rilievo Uomo e donna esposto alla mostra del 1930 organizzata dalla Galleria Pesaro, a cui partecipa anche Sassu, e nel pittore Renato Birolli che in anni seguenti, in uno dei suoi Taccuini, ricordando il clima d’allora, avrebbe scritto di "uomini cerulei su terreni sulfurei sbiancati dal sole e senza ombra". Da quelle prime figure, in numerose varianti, l’immagine degli uomini rossi diventa ricorrente nella pittura di Sassu.