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LA BOTTEGA DEL LITOGRAFO
Alla base dell’attività incisoria di Sassu c’è la sua specifica formazione: nel 1925, infatti, il padre lo manda a bottega da un litografo, dove il giovane diventa padrone non soltanto della litografia, ma anche delle altre tecniche grafiche della puntasecca, dell’acquatinta, dell’acquaforte, della serigrafia, della xilografia e della linoleografia.
inizio pagina I TEMI INCISORI
La sua produzione grafica è in buona parte parallela a quella pittorica: nelle incisioni ritornano infatti gli stessi temi – da quello della realtà al mito, dal soggetto sacro a quello profano e sfrontato della Maison Tellier – che si trovano svolti in pittura, caratterizzandosi per un trattamento di volta in volta legato alla specificità della tecnica utilizzata.

Dal punto di vista del linguaggio si può talvolta notare un’immediatezza espressiva – evidentemente suggerita dalla secchezza del mezzo – talvolta estremamente cruda, violentemente espressiva, che manca in pittura, dove la misura è per lo più maggiormente controllata. Si vedano, per esempio, certe prime figure di pugilatori ma anche, più avanti, alcune acquaforti del 1962, come La ruffiana e Celestina, Al caffè, e altre del 1979, come De Bullion Street, della cartella There were no signs.