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L'AMBIENTE ANTIFASCISTA

Studio per
"La morte di Cesare"

Se l’esperienza francese del 1934-35 induce Sassu a un approfondimento dell’impegno politico è però la conoscenza nel 1934 del critico d’arte Raffaele De Grada a porlo in diretto contatto con l’ambiente antifascista.

Con De Grada, Luigi Grosso, Alberto Malagugini, Carlo Calatroni e Vittorio Della Porta partecipa nel 1935 all’attività del Gruppo Rosso, che riprende il nome dalla tedesca Rote Gruppe di Grosz e Dix; ad esso aderiscono anche gli artisti Arnaldo Badodi, Nino Franchina, Giacomo Manzù, Giuseppe Migneco, Gabriele Mucchi, Gastone Panciera, Italo Valenti e letterati come Giancarlo Vigorelli, Giansiro Ferrata, Alessandro Bonsanti, oltre ad alcuni personaggi legati alle riviste fiorentine Il Frontespizio e Letteratura.

inizio pagina L'ATTIVITA' POLITICA E LA CARCERAZIONE

Studio per
"La morte di Cesare"

Ben presto Sassu e De Grada svolgono ruolo attivo nella lotta clandestina, in diretto contatto con il centro interno socialista e comunista. La notizia della vittoria a Guadalajara delle Brigate Internazionali, avvenuta nel marzo del 1937, li spinge a redigere la bozza per un manifesto, da distribuire agli operai, in cui s’inneggia all’insurrezione contro il regime fascista.

Il testo e il materiale per la stampa si trovano nello studio milanese di Sassu, in via Sant’Antonio, dove il 6 aprile 1937 gli agenti dell’OVRA effettuano una perquisizione: immediato è l’arresto dell’artista. In seguito vengono fermati Grosso, Beniamino Joppolo, Renato Birolli e Migneco, mentre De Grada in questa occasione non viene individuato.

inizio pagina DISEGNI DAL CARCERE

Sassu, Sardella,
La Torre

Il processo penale nei confronti di Sassu si conclude il 13 ottobre 1937 con una condanna a dieci anni di reclusione per il reato di cospirazione politica mediante associazione: pena mai del tutto scontata in quanto il 27 luglio 1938 il re gli concede la grazia.

Durante il periodo di carcerazione a Fossano, in Piemonte, ottiene il permesso di poter continuare la sua attività di pittore. Di questa esperienza rimane un corpus di circa 400 disegni eseguiti su fogli di quaderno o di album con lapis e matite colorate, sanguigna, carboncino, acquarello e inchiostro, nei quali ritrae anche i compagni di prigionia.

Si dedica poi soprattutto ai temi già affrontati, ma introduce anche alcune novità come gli studi per La morte di Cesare, soggetto che trova realizzazione come dipinto a olio solo nel 1938-39; amplia il tema della battaglia con lotte di giganti e di titani, in cui si ritrova un’allusione alla situazione politica italiana, che Sassu concretizza nella tela del 1938 L’ira di Achille.