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LIONELLO VENTURI
(Modena, 1885 - Roma, 1961). Storico e critico d’arte, figlio di Adolfo, a sua volta insigne storico dell’arte, si occupa nei primi studi di arte veneziana: fra essi ricordiamo Le origini della pittura veneziana del 1907 e Giorgione e il giorgionismo del 1913. Dal 1915 al 1931 è docente all’università di Torino, città in cui inizia a divulgare le teorie del postimpressionismo e delle avanguardie storiche.

Amico del pittore Felice Casorati, frequenta i circoli artistici legati all’Accademia Albertina ed è vicino al Gruppo dei Sei che reagisce al novecentismo. Svolge anche il ruolo di consulente d’arte per la parte moderna della collezione dell’industriale Riccardo Gualino. Nel 1926 pubblica Il gusto dei Primitivi, di inclinazione antiaccademica e anticlassicista.

Dal 1930 dirige, con il padre, la nuova serie della rivista L’Arte. Il rifiuto di firmare l’atto di fedeltà al regime, imposto ai docenti universitari, lo porta a emigrare prima in Francia dal 1932 al 1939 e poi negli Stati Uniti dal 1939 al 1945. Continua a occuparsi di arte moderna in opere come Cézanne del 1936, Archivi dell’impressionismo del 1939, Pittori moderni del 1946, e di problemi di critica come in Storia della critica d’arte del 1936 (traduzione italiana 1945).

Nel 1945 rientra in Italia dove occupa la cattedra di Storia dell’Arte dell’università di Roma fino al 1955. Prosegue l’attività di saggista con Pittura. Come si guarda un quadro. Da Giotto a Chagall del 1947 e di critico al fianco del Gruppo degli Otto (1952); si dedica anche alla rivista Commentari, che dirige con Mario Salmi, e spesso svolge il ruolo di commissario alla Biennale veneziana.